sabato 24 settembre 2022

FORTE ONDATA DI MALTEMPO IN ARRIVO: MEDITERRANEO CENTRO OCCIDENTALE IN MANO ARTICA

Una massa d'aria in quota molto fredda per il periodo si distaccherà dalla Groenlandia, originando una profonda saccatura artica in grado di estendersi al Mediterraneo Occidentale ed al Tirreno in questi primi giorni di Autunno astronomico. Ne deriverà un'intensa ondata di maltempo.


Dopo una lunga Estate calda e siccitosa simile a quella del 2003, ecco che la circolazione atmosferica sul Mediterraneo Centro-Occidentale e sull'Europa si appresta a cambiare profondamente; già nei giorni precedenti venti molto freschi dai Balcani sono stati responsabili di un corposo abbassamento delle temperature, mentre  temporali localizzati ma molto violenti si sono abbattuti in modo irregolare sulla Penisola colpendo in particolare le Marche. 

Nelle prossime giornate si attiverà una discesa d' aria molto fredda per il periodo dal Polo Nord, originando una saccatura artica (con caratteristiche termodinamiche in quota quasi da tardo Autunno, inizio Inverno).  La presenza di aria artica marittima in quota andrà ad impattare su un Mediterraneo molto caldo (proprio il Tirreno e la parte occidentale del Mediterraneo sono stati i settori ripetutamente interessati dalle invasioni di aria caldissima sahariana in estate con quasi quattro mesi di caldo decisamente oltre le medie).  Il contrasto sarà molto deciso perchè le acque superficiali del Mediterraneo presentano temperature elevate anche superiori a 25°C con punte di 26-27°C.  

Ne deriveranno contrasti molto intensi con piogge diffuse, nubifragi, colpi di vento e rischio di tornado specialmente sulle coste tirreniche che vedranno i contrasti più accesi. Lazio, Campania, Toscana, Ovest Umbria e settori interni di Abruzzo e Molise dovrebbero essere i settori a maggior rischio trovandosi sulla linea di demarcazione tra l'aria molto più fresca in discesa dal Nord Atlantico e quella molto più calda ed umida di natura afro-mediterranea.


Saccatura artica in azione sul Mediterraneo Centro-Occidentale
nell'ultima settimana di Settembre. Fonte:Meteociel.fr




Una prima fase perturbata è attesa sabato al Nord-Ovest con coinvolgimento in particolare di Liguria e Toscana. Successivamente i fenomeni si estenderanno al Centro, sulla Sardegna e sul Triveneto. Domenica ed in parte Lunedì fenomeni anche violenti potrebbero colpire le centrali tirreniche.  Le piogge potrebbero essere comprese tra i 50 mm  e i 200 mm (nelle zone più colpite) Individuare le esatte aree colpite e la quantità di pioggia che precipiterà è praticamente impossibile. Si possono fare delle stime e delle considerazioni. 

I venti da Sud-Ovest trasporteranno i sistemi nuvolosi dal Tirreno ed il Mediterraneo Occidentale verso le aree tirreniche impattando sui rilievi; per tale motivo i settori interni del Lazio e del Nord della Campania risulteranno le aree più esposte ad eventuali fenomeni molto intensi anche a carattere di nubifragio: ma anche le intere province di Frosinone, Caserta, Latina e Roma saranno esposte al rischio di temporali in forma di nubifragio. Le piogge abbondanti comunque riguarderanno tutto il Centro Italia (più riparate le aree adriatiche costiere). 

PROSSIMA SETTIMANA

Dopo l'accesa fase di maltempo che ci colpirà tra Domenica e Lunedì ecco che interverrà una fase d' instabilità diffusa con acquazzoni e temporali anche intensi, alternati a pause asciutte. I venti di Libeccio saranno tesi e le temperature si abbasseranno per effetto del riversarsi al suolo, mediante i temporali, dell'aria fredda; tra Martedì e Mercoledì i fenomeni saranno più disorganizzati ma localmente potrebbero assumere carattere di nubifragio con downburst e grandinate; sempre Sardegna, coste tirreniche e Triveneto le aree più esposte a questo tipo di circolazione; tra Giovedì' e Sabato un nuovo nucleo artico (con traiettoria leggermente più occidentale)  innescherà una nuova fase perturbata con coinvolgimento ancora diretto del Medio-Alto Tirreno, della Sardegna, della Campania e di tutto il Nord. In tale occasione Liguria, Toscana, Lazio e tutti i settori prealpini riceveranno gli accumuli più elevati

LUNGO E LUNGHISSIMO TERMINE

Dopo il primo  weekend di Ottobre potrebbe subentrare una fase di bel tempo di qualche giorno con temperature in ripresa fino a 24-25 °C ; si tratterebbe di una fase praticamente primaverile (Ottobrata) anche se poi le masse d'aria artica potrebbero tornare ad espandersi sul Mediterraneo Occidentale entro la prima decade del nuovo mese con altro maltempo.



giovedì 30 dicembre 2021

EPIDEMIA: ESPLOSIONE DI CASI CON OMICRON

Covid, esplosione di casi. Variante Omicron e Delta causano una forte ascesa del numero dei casi in Italia e nel mondo. 


 



Di nuovo sotto assedio: il Covid con le sue varianti Omicron e Delta sta travolgendo l'Europa,  l'Italia, gli Usa. Ed anche in altri paesi del mondo la pandemia è in netta ascesa. Guardando al nostro "orticello" il virus ha gradualmente rialzato la testa con il classico andamento esponenziale che vede una crescita in sordina che poi diviene esplosiva. L'ascesa è iniziata ad inizio Novembre per poi proseguire con una forte impennata nella seconda quindicina di Dicembre. L'aumento dei casi è facilitato sicuramente anche dalla stagione invernale con il conseguente cambiamento di abitudini sociali, in relazione ai fattori climatici.





Andamento dei contagi: curva epidemica in netta ascesa

Il grafico mostra la rapida ascesa ma anche un accordo poco buono con il fit esponenziale. Pur essendo in fase di crescita esponenziale,  i dati su cui è stato eseguito il fit sono affetti dalla variabilità del numero di tamponi. Quest' oggi, 30 Dicembre, sono stati eseguiti oltre 1.100.000 ed è normale che più si cercano i contagiati e più li si trovano. Per poter avere un fit ragionevole occorrerebbe avere dati presi nelle stesse condizioni (nel caso dell'epidemia confrontare giorni con lo stesso numero di tamponi). Detto questo non si può negare che la curva epidemiologica sia in netta fase ascendente. Con oltre 126.000 casi in più di 1.100.000 tamponi, anche nell'ipotesi che fossero stati fatti la metà dei tamponi saremmo comunque sui 63.000 casi. Attualmente l'epidemia è quindi in fase di forte espansione. A questo ritmo non è impensabile che si possa arrivare ad oltre 200.000 nell' arco di una settimana.

Possibile evoluzione: Fare previsioni è arduo anche tra chi è del settore figuriamoci basandosi solo su considerazioni numeriche che sono si importanti, ma che non sono una fonte completa di notizie ai fini epidemiologici. Una possibilità, alla luce dell'esplosione senza precedenti dei contagi, è che la nuova variante omicron sia si più diffusiva ma meno grave. Dove per meno grave si intende non che il virus sia una passeggiata ma che comunque tenda ad evolversi dallo status di pandemia a quello di endemia. Se così fosse si potrebbe assistere ad un elevato numero di contagi ma non con lo stesso numero di casi gravi, in attesa che il covid possa evolversi ulteriormente verso una forma influenzale.







domenica 26 dicembre 2021

L' Inverno in difficoltà: dall' Atlantico all'Anticiclone Africano

Inverno in difficoltà: l'anticiclone africano  caratterizzerà la fine del 2021 e l'inizio del 2022. Temperature anomale primaverili soprattutto in quota e lungo le coste.


L'Inverno 2021-2022 è già in difficoltà. Se ad oggi a dominare sono le piovose e miti correnti atlantiche (che pur essendo miti rappresentano comunque un possibile volto dell'inverno mediterraneo), tra pochi giorni lo scenario muterà in senso decisamente primaverile. Anzi se non fosse per le giornate brevi che ne limiteranno gli effetti, la rimonta anticiclonica attesa tra il 29 Dicembre ed i primi di Gennaio avrà proprio sembianze estive come configurazione, essendo praticamente identica come dinamiche a quelle delle grandi ondate di calore estive.

Nel breve termine avremo ancora 48 ore di tempo tra il perturbato e l'instabile con piogge più frequenti al Centro e sui settori tirrenici principale bersaglio delle correnti atlantiche. Piogge ed anche rovesci temporaleschi di una certa consistenza colpiranno la Toscana, il Lazio e la Campania ed in generale i versanti occidentali dell'Appennino esposti alle correnti da Ovest. I versanti adriatici resteranno più riparati con precipitazioni più sporadiche specialmente sulla Puglia e sul Molise. Schiarite o comunque tempo più asciutto riguarderà i settori ionici, il Nord Ovest e la Sicilia. 

Ma dal 29 Dicembre ecco la novità simil-estiva: le correnti atlantiche infatti daranno luogo ad un affondo perturbato al largo del Portogallo in direzione delle Azzorre e poi fin quasi sulle Canarie. Per tutta risposta più ad Est lungo i nostri meridiani ecco che dalle coste del Maghreb prenderà forma una rimonta anticiclonica subtropicale africana che d'invernale non avrà proprio nulla. La configurazione sarà tipicamente estiva e non certo invernale. Nell'arco di 24 ore l'alta pressione procederà alla conquista dell'Italia e del Mediterraneo Centro Occidentale. L'alta pressione occuperà anche l'aria alpina, la Penisola Iberica, il Benelux, la Francia, la Germania e parte dell'Inghilterra:

Rimonta Nord Africana per la fine dell'anno e per i primi di Gennaio. Il tratto rosso evidenza la forma ad omega, una configurazione particolarmente coriacea da smantellare.


La forma ad Omega dell'alta pressione indica una configurazione particolarmente difficile da smantellare. La struttura sarà alimentata da aria molto calda per il periodo in quota e questo darà sembianze estive alla configurazione barica. Naturalmente stando in Inverno non avremo certamente temperature estive. Ma farà comunque caldo per il periodo. La colonna d'aria molto stabile e con scarsa ventilazione specialmente al Centro Nord favorirà temperature molto miti in quota. I ghiacciai alpini e le zone recentemente innevate vedranno lo zero termico alzarsi fin sui 3000-3500 metri con conseguente fusione della neve caduta. Va detto che le alte pressioni in Inverno favoriscono le inversioni termiche (temperatura che nei bassi strati aumenta con la quota anzi che diminuire) . Questo favorirà il ristagno dell'aria con nebbie, strati bassi e ristagno di sostanze inquinanti nelle grandi pianure del Nord, nelle grandi città e nelle zone vallive interne della penisola. Nebbie e strati bassi potrebbero svilupparsi anche nell'area ligure tirrenica litoranea e localmente sulle coste adriatiche. Ma in generale così come sui rilievi, nelle aree pianeggianti e sulle coste del Centro Sud e sulle Isole prevarrà il Sole. Ci sarà una buona escursione termica. Le massime oltrepasseranno senza difficoltà i 15°C ed in qualche caso raggiungeranno i 20°C (in Sicilia, Sardegna, Ioniche e Medio-Basso Tirreno potrebbero esserci isolati picchi over 20°C). Le zone interessate da nebbia avranno riduzioni di visibilità e clima freddo umido rispetto alle altre aree (specialmente in Pianura Padana). L'Inverno sarà davvero esiliato anche perchè il calore anomalo invaderà gran parte dell' Europa. Il tutto mentre le perturbazioni atlantiche e le correnti artiche saranno messe fuori gioco. 

Solamente dal 3 Gennaio l'alta pressione inizierà a cedere sotto la crescente forza del flusso perturbato atlantico, ma ad oggi non è ancora chiaro se l'alta pressione resisterà o sarà effettivamente vinta.



lunedì 20 dicembre 2021

ANDAMENTO DELL' EPIDEMIA: LA MATEMATICA DEL CONTAGIO

Da quasi due anni siamo assediati dal Sars Cov2 che sta mettendo KO intere nazioni e che seguita a sfornare varianti su varianti...vediamo la situazione attuale in Italia 

 

Trend giornaliero dell'epidemia dal 4/12 al 19 Dicembre

Fare un' analisi dati diretta è per certi verso arduo perchè i singoli dati risentono non solo dell'andamento della curva epidemica (vedi figura) ma anche del numero dei test; eseguendo più test si riscontrano più casi che quando se ne fanno di meno. Anche il tasso di positività (numero di tamponi positivi sul totale) risente naturalmente del numero di test eseguiti. Il grafico mostra infatti una tendenza al rialzo dei contagi ma con oscillazioni in corrispondenza delle festività  e dei weekend quando si effettuano meno test...( e meno test vuol dire meno casi rilevati)


 Per avere un'idea grossolana ma comunque più valida scegliamo un giorno della settimana; per esempio il giovedì vediamo ogni 7 giorni cosa accade (PERIODO CONSIDERATO GIOVEDI 4 NOVEMBRE GIOVEDI 16 DICEMBRE). Subito si nota il dato anomalo del 9 dicembre; essendo la data successiva all'Immacolata il trend ha risentito del crollo dei test

Trend settimanale dal 4/11 al 16/12 dei casi



trend settimanale con fit esponenziale dopo aver tolto il dato anomalo


Togliendo il dato anomalo del 9 dicembre ed eseguendo un fit esponenziale è possibile notare come la curva stia seguendo un trend esponenziale (epidemia in forte espansione). Naturalmente non si possono fare previsioni certe: questi dati anche se ridotti e ripuliti dalle fluttuazioni settimanali sono comunque affetti dalla variazione giornaliera dei test. Non sappiano poi se ci saranno nuove restrizioni ne come potrebbero pesare i festeggiamenti del periodo natalizio sul contagio; allo stato attutale attorno Natale con un numero di test giornalieri sui 500.000 potrebbero esserci circa 35.000 casi ed anche oltre 40.000 nei giorni del Capodanno. Il rischio è di arrivare attorno a metà Gennaio con oltre 50.000 casi giornalieri con mezzo milione di test al giorno



domenica 19 dicembre 2021

Natale 2021? Poco freddo con pioggia e correnti occidentali miti....

Un Natale all'insegna delle correnti umide occidentali atlantiche con rischio di piogge specialmente sui settori tirrenici. Temperature miti.

Manca meno di una settimana al Natale 2021 e le speranze di freddo e gelo che erano apparse nelle mappe di lungo termine di qualche giorno fa si sono dissolte. Artefice di questo cambiamento l'Atlantico che con le sue perturbazioni limiterà l'azione artico-continentale all'Europa Centrale. 

L'anticiclone di blocco sull'Atlantico non reggerà; già dal 22 Dicembre avremo un'azione sempre più incisiva delle correnti miti occidentali che forzeranno l'alta pressione. A quel punto masse d'aria miti ed instabili dilagheranno sull'Europa occidentale e sul Mediterraneo. Sull'Italia la poca aria fredda che affluirà nelle prossime 48 ore, verrà rimossa già a partire da Martedì 21.  I venti infatti si orienteranno da Ovest-Sud Ovest. Nel corso dei giorni che ci accompagneranno al Natale aumenteranno le nubi, l'umidità ed anche le temperature con le prime precipitazioni che dal 22 si faranno via via più presenti specialmente sui settori tirrenici. Nel weekend di Natale stanno crescendo le probabilità di avere un passaggio perturbato più incisivo con condizioni di maltempo specialmente al Centro Nord e sui versanti occidentali. La neve cadrebbe in quota sulle Alpi e sulle cime appenniniche mentre sulle coste e sulle pianure prevarranno le piogge ed anche i rovesci...sui settori ionici e sul medio basso adriatico il tempo si manterrà più asciutto con connotati quasi primaverili. 

Con la situazione attuale Roma vedrebbe un inizio di settimana con temperature abbastanza fredde al primo mattino e bel tempo, per poi scivolare in una situazione di cieli sempre più nuvolosi ed uggiosi verso metà settimana; il weekend natalizio ad oggi sembrerebbe essere contrassegnato  da cieli coperti, piogge e rovesci frequenti e temperature miti con venti sostenuti di libeccio. Insomma maltempo ma non certo freddo da cornice natalizia.

La bassa pressione dei giorni di Natale. Fonte: Meteociel.fr

giovedì 13 dicembre 2018

Stratwarming Natale 2018, rischio intense ondate di gelo durante l'Inverno

Un intenso riscaldamento atteso durante la terza decade di Natale in stratosfera in corrispondenza delle zone artiche, potrebbe porre le basi per intense ondate di gelo alle medie latitudini durante i prossimi mesi invernali.


L'Inverno meteorologico è cominciato lo scorso 1° Dicembre ( le stagioni meteorologiche iniziano convenzionalmente il primo giorno del mese in cui la stagione inizia dal punto di vista astronomico), mentre dal punto di vista astronomico la stagione fredda esordirà il prossimo Venerdì 21 Dicembre alle 23:23 ora italiana (Solstizio d'Inverno).


Dire come sarà la prossima stagione dal punto di vista meteorologico è sempre cosa ardua. Le previsioni meteorologiche arrivano a 3-4 giorni. Esistono poi tendenze a 5-7 giorni, in qualche caso una decina di giorni, sotto particolari condizioni meteo come per esempio in Estate quando le alte pressioni possono garantire condizioni di bel tempo per molti giorni consecutivi. Previsioni stagionali certe non esistono. Esistono però delle proiezioni stagionali basate su degli indici chiamate teleconnessioni che possono essere viste come degli indicatori che alcune configurazioni meteo possano verificarsi con maggiore o minore probabilità in determinate stagioni.


Senza entrare nei dettagli tecnici, un fenomeno che già in passato ha influenzato pesantemente l'andamento di alcuni inverni è stato lo stratwarming, un fenomeno che identifica un improvviso ed anomalo riscaldamento della stratosfera. Durante la stagione invernale un marcato startwarming è in grado di sollecitare, destabilizzandolo, il vortice polare, una zona di bassa pressione che si forma in in corrispondenza delle aree artiche in quota (nella troposfera).

Quando il vortice polare risulta compatto, si verificano lunghi periodi miti alle medie latitudini. Questo perchè risultano sfavoriti gli scambi meridiani. In Italia ed in Europa in presenza di un vortice polare compatto prevalgono le correnti occidentali con condizioni di variabilità e temperature miti. Si tratta del tradizionale tempo atlantico, con bel tempo alternato a fasi piovose e oscillazioni termiche generalmente contenute ed attorno sempre valori medi miti. In casi estremi quando il vortice polare è molto compatto le perturbazioni scorrono alle alte latitudini, lasciando l'Italia ed il Mediterraneo sotto la protezione dell'alta pressione delle Azzorre. In tal caso si susseguono condizioni di bel tempo, con nebbie in pianura e temperature miti sui litorali e sui colli. Tali situazioni si verificarono in alcuni inverni tra la fine degli anni '80 e gli inizi dei '90. Anche alcune stagioni invernali degli anni 2000 hanno presentato tale andamento.  

Quando la stagione invernale si sviluppa secondo i canoni stagionali, il vortice polare tende ad indebolirsi in particolare a partire dalla seconda metà di Gennaio ed è una delle ragioni per cui le fasi di maltempo e le ondate di freddo più rilevanti spesso si manifestino tra la seconda metà di gennaio e i primi di Marzo. Durante tale periodo si assiste infatti ad una maggiore propensione degli scambi meridiani con conseguente dinamicità atmosferica ascrivibile ad una minore attività delle correnti occidentali.

Ci sono poi altre annate, ancora più rare, in cui le dinamiche invernali diventano spettacolari a causa di un evento noto come stratwarming.  Tale fenomeno consiste in un improvviso riscaldamento della stratosfera in corrispondenza delle zone artiche. In alcuni casi (quando lo stratwarming è particolarmente intenso) può accadere che venga destabilizzata la corrispondente area depressionaria sottostante che caratterizza la troposfera polare durante l'Inverno. 

I meccanismi sono attualmente in fase di studio e non ancora ben compresi. Ciò che si è capito, osservando analoghi casi passati, è che il riscaldamento stratosferico si correla con le più intense ondate di freddo come quelle del 1929, del 1985, del 2012 ed anche del Febbraio 2018. Semplificando il discorso un intenso riscaldamento stratosferico spesso ( ma non sempre!!) favorisce la formazione di anomale aree di alta pressione in sede polare nel cuore della stagione fredda inducendo uno split del vortice polare o una sua dislocazione più o meno sensibile. In tal caso vaste porzioni delle medie latitudini possono venire colpite da lunghe o ripetute ondate di gelo anche di rilevanza storica. Naturalmente lo stratwarming aumenta la possibilità di ondate di freddo e gelo ma non le determina con certezza. Non solo. Le irruzioni gelide possono colpire qualsiasi parte dell'emisfero boreale. Quindi possono capitare in Europa, in Nord America, in Cina o in Giappone. Tuttavia la presenza di alte pressioni in sede artica favoriscono spesso tempo molto freddo ed anche instabile con possibilità di irruzioni gelide siberiane (Buran).

Nei prossimi giorni ed in particolare tra il 22 ed il 25 Dicembre è atteso lo sviluppo di un intenso evento di stratwarming, in sede artica in corrispondenza della Siberia. Quando ciò accade spesso si sviluppano aree di alta pressione tra l'Europa settentrionale e la Siberia settentrionale, passando per la Russia Europea del Nord con conseguente espansione verso Ovest/Sud-Ovest di masse d'aria gelida di estrazione continentale siberiana verso l'Europa.  Irruzioni fredde sono sempre presenti specie sull'Europa centro-orientali, ma con tali configurazioni crescono le probabilità di un espansione del gelo fin verso il Mediterraneo e l'Europa occidentale. Qui poi il contrasto con le masse d'aria umide e più miti di estrazione atlantica, mediterranea o anche subtropicale pone le basi per lunghe fasi di maltempo con  nevicate a quote molto basse.  Quest anno andrà così?  Non si può dire alla luce di quanto detto, ma certo che un primo importante ingrediente è ora comparso nelle mappe meteo:


Stratwarming atteso in sede siberiana a 30.000 metri con un aumento da -84°C fino a
 +4°C  per il prossimo 23 Dicembre 2018. un evento del genere potrebbe aprire 
le porte del gelo russo già dall'inizio del nuovo anno. Fonte: Meteociel.fr


La figura mostra lo stratwarming atteso il prossimo 23 Dicembre. In genere un evento del genere ha tutte le carte per stravolgere l'assetto del vortice polare. Gli effetti si manifesterebbero da 10 a 20 giorni dopo l'evento.... forse Gennaio 2019 potrebbe esordire con una rilevante ondata di freddo o di gelo e magari favorire nevicate a quote basse fin verso l'Italia....potrebbe si...ma potrebbe anche non accadere. Come spiegato si tratta di un tassello che favorisce inverni gelidi ma non è l'unico. Gli eventi successivi saranno poi quelli decisivi per capire se, dove e quando l'ondata di gelo colpirà... sognare la neve per intanto non costa nulla...


                                                                                                                                    Emiliano Sassolini









domenica 30 luglio 2017

Ondata di calore forse storica in arrivo

Ondata di calore eccezionale, forse storica alle porte dell'Italia. Temperature in progressivo rialzo con massime diffusamente prossime o superiori ai 40 °C. Picchi di 42-43 °C su Toscana, Lazio, Umbria, Campania ed Emilia Romagna. Punte fino a 45°C in Sardegna!!!


Premessa. Stiamo vivendo un' Estate davvero molto calda che si avvicina sempre più a quella del 2003, ad oggi imbattuta, ma che potrà competere con quelle del 2012 e del 2015, risultate davvero molto calde. L'anticiclone Africano è ormai sbilanciato costantemente verso Nord e tutto questo non fa che alimentare le anomalie termiche positive. Il tutto a valle di un lungo periodo contrassegnato da anomalia negativa delle precipitazioni che perdura, a parte locali ed effimere eccezioni, dall'Aprile 2015. 

Gravissimo poi il bilancio pluviometrico dei primi sette mesi del 2017, in cui la stagione delle piogge invernali e primaverili è praticamente mancata su tutta l'Italia. In particolare su Emilia Romagna e Regioni tirreniche (Umbria, Lazio, Toscana, gran parte della Campania e Sardegna) ed anche in alcune zone di Sicilia, Puglia e Liguria le precipitazioni cumulate negli ultimi sette mesi sono comparabili con quelle dell'Africa Sahariana.


Onda di calore forse storica in arrivo.  Ciò che si prospetta è ora una risalita imponente dell'anticiclone subtropicale africano, capace di imporre un lungo periodo di tempo stabile e caldissimo con punte forse record. 



Temperature attese per il prossimo 4 Agosto 2017 a 1500 metri di quota, Modello GFS. Si nota la
 presenza di isoterme comprese tra 22 e 26°C. Temperature maggiori di 40°C saranno
 possibili in particolare  su Tirreniche, Sardegna ed Emilia Romagna. Fonte: www. meteociel.fr

La mappa soprastante si riferisce alle temperature attese alla quota di 1500  metri per Venerdì 4 Agosto. Si nota come i valori siano compresi tra 22 e 26°C. Ciò si tradurrà in valori al suolo uguali o maggiori di 40°C. Lazio, Sardegna, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna saranno le più duramente colpite dal fenomeno con il rischio che qualche record storico di caldo venga a cadere. Città come Firenze, Roma, Perugia, Terni, Viterbo, Frosinone, Siena, Arezzo, Grosseto, Ferrara, Bologna, Forlì, e Modena potrebbero raggiungere punte di 41-43 gradi. In Sardegna il termometro raggiungerà e supererà agevolmente la soglia dei 40°C, arrivando nelle zone interne anche a punte di 45-46°C. Insomma un'ondata di caldo eccezionale che potrebbe diventare storica. Sulle restanti zone farà leggermente meno caldo ma i termometri si attesteranno frequentemente sui 36-39°C e con tassi di umidità più elevati. Insomma un'onda di calore davvero imponente che rischia di passare alla storia. Da rilevare come poi non si intravedano soluzioni neanche nel lungo raggio. Il caldo della prossima settimana sarà intensissimo fino al 5 Agosto, ma solo al Nord qualche infiltrazione di aria oceanica potrebbe dar luogo a dei temporali su Alpi e Prealpi, altrove caldo e siccità proseguiranno almeno per tutta la prima decade di Agosto e con essa peggiorerà la siccità con sofferenza di flora e fauna, fiumi e laghi sempre più asciutti e ghiacciai in estrema sofferenza.

Possibili cause.  A livello globale se il mondo diventa più caldo diventano semplicemente più probabili ed intense le onde di calore sebbene la questione non è così semplice. Volendo cercare una spiegazione più semplice e che riguarda l'Italia, il Mediterraneo, nonchè l'Europa occidentale, il Vicino Atlantico ed il Nord Africa possiamo individuare tre cause comuni a tutte le Estati calde.

1) Come risaputo durante l'Estate fisiologicamente le fasce anticicloniche subtropicali si rialzano di latitudine portando stabilità e caldo. Quest'anno però il monsone africano della Guinea sta spingendo più del dovuto verso nord-nord-est portando le piogge tropicali nel Sahel e fino al Sahara meridionale.  A sua volta questa maggiore risalita delle piogge tropicali verso Nord fornisce una spinta alle masse d'aria roventi sahariane che già fisiologicamente sono al massimo in tale periodo e tendono ad invadere il Mediterraneo e l'Europa meridionale (fenomeno già visto nel 2003, nel 2012, e nel 2015, Estati queste caldissime)

2). La presenza di una bassa pressione relativa con caratteristiche semistagionali che si stabilisce al largo delle coste portoghesi sul vicino atlantico con il duplice risultato di impedire alla più moderata alta pressione delle Azzorre di governare il tempo del Mediterraneo e incentivare al contempo sul suo lato orientale l'immissione di aria caldissima prelevata direttamente del Sahara. Tale fenomeno non è ben compreso ma probabilmente legato a cicli delle correnti atlantiche che implicano in alcune annate una maggiore debolezza della corrente a getto che sostiene il movimento delle perturbazioni atlantiche Ovest-Est. In tal modo le depressioni atlantiche si affossano tra Portogallo, Canarie e Azzorre spalancando le porte alle bollenti masse d'aria sahariane che invadono agevolmente i paesi mediterranei.

3).  Nelle annate caratterizzate da precipitazioni scarse in Inverno e Primavera si riscontra poi una maggiore facilità durante la fine della Primavera e in Estate delle masse d'aria calde subtropicali ad attecchire. La minore umidità dei suoli ostacola in modo meno efficace il rialzo delle temperature quando l'insolazione aumenta. Tale fattore può legarsi al secondo punto in quanto quando vanno in crisi le correnti occidentali atlantiche piove spesso di meno venendo a mancare le perturbazioni oceaniche che garantiscono una piovosità diffusa ed ottimale. In tal modo l'anticiclone africano non trova grosse opposizioni e può stabilire il suo dominio per settimane e mesi.

Quel che è certo è che a prescindere dal risalto mediatico che si sente sui mass media, il caldo in arrivo a meno di ritrattazioni modellistiche ha tutte le caratteristiche per farsi ricordare e per farci soffrire in modo ragguardevole.

Emiliano Sassolini